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Plastica e bottiglie sparse ovunque e il bidone per la raccolta vuoto. La rabbia del sindaco

Attraverso i social il primo cittadino di Pratovecchio Stia pubblica le immagina immortalate nell'area dei campetti prossimi al Kauzen Stadium

"Fa veramente male verificare che i nostri ragazzi non hanno ancora maturato quell'educazione e quel rispetto per la cosa pubblica". E' il sindaco di Pratovecchio Stia, Nicolò Caleri, a pubblicare sui social alcune immagini scattate proprio nei pressi del campetto dell'area Kauzen Stadium. Una marea di bottiglie di plastica sparse ovunque e una quantità davvero importante di sporcizia lasciata in giro ovunque. Di fianco al luogo dei ritrovamenti impassibile e, soprattutto, vuoto, un bidone con tanto di sacchetto nero nuovo di pacca lasciato aperto ma inutilizzato.

"Le fotografie che vedete - spiega il sindaco Caleri - l'ho fatte sabato mattina al campetto nell'area del Kauzen Stadium ed evidenziano una situazione inaccettabile. A peggiorare la situazione è il fatto che giovedì mattina è stato regolarmente svolto il servizio di pulizia, quindi i rifiuti si sono accumulati in soli due giorni senza che una sola bottiglia sia stata gettata nel cestino, desolatamente vuoto".

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Una scena desolante che non ha tardato a suscitare indignazione e amarezza.

"Fa veramente male verificare che i nostri ragazzi non hanno ancora maturato quell'educazione e quel rispetto per la cosa pubblica - prosegue Caleri - che dovrebbe essere patrimonio di tutti, ancor di più in un piccolo paese come il nostro. La nostra comunità ha speso tanti soldi per permettere ai propri giovani di avere luoghi dove divertirsi e crescere assieme, in maniera sana come forse solo lo sport permette di fare. Il fatto che ogni giorno i campetti di Pratovecchio e di Stia siano stracolmi di ragazzi mi riempie di soddisfazione, visto che io e tutti gli altri componenti della mia precedente maggioranza sappiamo quanto abbiamo dovuto lottare per realizzarli. Il gran numero di utenti, però, non giustifica le condizioni che ho fotografato, anzi le peggiora, perché dovrebbero essere gli stessi ragazzi ad autoregolamentarsi richiamando ai giusti comportamenti i compagni o comunque a ripulire alla fine della partita. Non stiamo parlando di sforzi epici: sabato mattina io mi sono fermato con la macchina, perché le bottiglie si vedevano dalla strada: dopo due minuti di orologio ero nuovamente in macchina e le bottiglie erano nel cesto dei rifiuti, non perché volevo sistemare, ma semplicemente perché, per l'educazione che ho ricevuto, vedere quello sporco mi faceva stare male. Uno degli insegnamenti educativi più marcati nella mia memoria me l'ha dato un ragazzo di poco più grande di me, quando avrò avuto 12 anni. Ero andato al canto alla rana e quando mi avviai verso casa mi sentii chiamare indietro: "Caleri, quella lattina era lì quando sei arrivato?" Me ne ero scordato, semplicemente. Ma quel richiamo detto da un altro ragazzo più grande di me mi si è stampato dentro.

Sabato mattina devo dire che la mia prima reazione da amministratore è stata quella di aumentare la frequenza di passaggi degli addetti alla pulizia, ma poi c'ho ripensato. Essere cittadini significa anche partecipare alla cosa pubblica ed è bene che i nostri ragazzi lo imparino. La frequenza di pulizia rimarrà la stessa.
Spero che questo mio post sia letto dai nostri giovani e dai loro genitori e che queste situazioni non si ripetano. Se dovesse riaccadere, sarò costretto a chiudere il campetto per una settimana e continuerò a farlo sino a quando i ragazzi impareranno ad autogestirsi correttamente".

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