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"Bibbiena e Ortignano Raggiolo: sì alla fusione. E vi spiego perché". Le parole di Bernardini

Il sindaco di Bibbiena presenta il referendum dell'11 e 12 novembre

“L’11 e il 12 Novembre prossimo saranno due giornate importanti non solo per Bibbiena e Ortignano-Raggiolo – i due comuni coinvolti nel referendum consultivo – ma anche per tutto il Casentino". Attacca così una lunga nota di Daniele Bernardini, sindaco di Bibbiena. 

Questo passaggio rappresenta un altro tassello verso il Casentino unito. Dalle successive fusioni il passo verso una nuova governance territoriale che comprenda un’unica amministrazione per tutta la valle non è cosa impossibile, anzi è un passaggio naturale. Un Casentino unito che vada, tuttavia, oltre l’esperienza fallimentare della ex comunità montana ora unione dei comuni, che ha dimostrato inadeguatezza e lentezza amministrativa.

E aggiunge:

Mi spaventa sentir parlare di “annessione” a proposito di una fusione come quella tra Bibbiena e Ortignano. Mi spaventa il linguaggio che, tuttavia, nasconde anche un sentire vero. Annessione è un atto di imperio e riguarda altri tempi non molto felici. In realtà Bibbiena e Ortignano sono afferenti, e da sempre anche i cittadini di uno e dell’altro comune sono abituati alla loro vicinanza in tutto ( servizi e non solo). Inoltre la fusione andrà a vantaggio del più piccolo, poiché integrando le forze lavorative, avremo dei comparti, a livello tecnico, molto forti ed efficienti e questo sia per progettare con fondi che arriveranno, ma anche allo scopo di ottenere finanziamenti aggiuntivi. Non sarà un dividere per grandezza, ma un integrare per rendere il territorio omogeneo. I fondi sono un aspetto importante sul quale, purtroppo, vengono fatte considerazioni sbagliate e demagogiche. In realtà quei fondi arriveranno e saranno determinanti per due territori che, integrandosi, raggiungeranno un’ampiezza tale da consentire alle popolazioni residenti il raggiungimento di obbiettivi adesso insperati. Panacea di tutti i mali? No, ma sicuramente,  con una buona progettazione, potremmo darci obbiettivi alti sul turismo, il sociale, la vivibilità del territorio. Si tratta, insomma, di una bella opportunità per questi due comuni e per il Casentino del futuro, opportunità che riguarda i cittadini e in particolar modo quelli più fragili. La fusione serve a questo, punto e basta. Per questo mi sconcertano certe affermazioni che vanno a rintracciare in una mia possibile ricandidatura, la motivazione di questo percorso. Temo che qualcuno mi stia dando troppa importanza, visto che le fusioni sono state sostenute e volute dalla nostra Regione. In realtà la mia ricandidatura non è oggetto del procedimento, non è scontata e comunque non è un aspetto che riguarda la fusione.  Capisco che i miei detrattori preferiscano far male al territorio pur di liberarsi della mia scomoda figura. Ma, come si dice, anche in questo caso permane l’assurdità di un atteggiamento disfattista che butta via l’acqua sporca con il bambino. Prendersi una simile responsabilità non è cosa da poco e torno a dire che c’è qualcuno che mi sta dando un’importanza eccessiva che da un lato mi onora, dall’altro mi spaventa. Io e il Casentino siamo due cose assolutamente imparagonabili. Il Casentino è un bene duraturo che dovremmo cercare di tutelare e far crescere. Io come tutti gli esseri umani e in particolare i politici, sono assolutamente e irrimediabilmente a tempo. Richiamo tutti a un minimo di responsabilità perché il futuro è qui e non possiamo essere impreparati. Per questo invito chi crede in questo Casentino a votare sì”.

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