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Bonifica montana: la rivoluzione parte dal Casentino

Il Consorzio assorbe la squadra tecnica dell’Unione dei Comuni

Consorzio protagonista della bonifica anche nelle aree montane. 
La mini-rivoluzione, destinata a consolidare l’unicità del ruolo svolto dall’ente istituito dalla Regione Toscana con la LR 79/2012, comincia dal Casentino.
In questo territorio, dal 1 gennaio 2020,  le attività che l’Alto Valdarno era solito delegare all’Unione dei Comuni Montani  saranno gestite   in house.
Stop quindi alla convenzione che veniva rinnovata di anno in anno per regolare i rapporti tra i due enti. Una volta scaduta quella in essere, valida fino al 31 dicembre 2019, si cambia: lavori e manutenzioni ordinarie sul reticolo di gestione saranno di esclusiva competenza del Consorzio.
Si aggiunge quindi un nuovo prezioso tassello al puzzle dell’unificazione delle competenze del sistema della bonifica, avviato nel 2014 con l’applicazione della legge di riforma voluta dalla Regione Toscana: un tassello  ritenuto   indispensabile per  migliorare ancora l’organizzazione e la gestione dell’attività svolta dal CB2, per assicurare al territorio interventi uniformi e omogenei, per continuare il percorso di semplificazione delle competenze che ha fatto fare un grande salto di qualità a tutto il settore.
La condivisione del percorso e la forte collaborazione tra Consorzio e Unione dei Comuni hanno permesso di studiare la soluzione più indicata per tagliare con successo un altro ambizioso traguardo nella riorganizzazione dei ruoli e dei compiti e, al contempo, per salvaguardare l’esperienza e la professionalità maturate dalla squadra della bonifica in forze presso l’Unione: questa infatti sarà   interamente integrata nel Consorzio, che, così, potrà potenziare il suo organico tecnico con figure professionali altamente specializzate in bonifica montana. 
D’accordo le organizzazioni sindacali che hanno seguito l’intero iter  e che, il 23 dicembre 2019, ad Arezzo, presso la sede del Consorzio, hanno condiviso e sottoscritto, insieme alla Presidente Serena Stefani, al Direttore Generale Francesco Lisi e  a Giampaolo Tellini,  vice Presidente dell’Unione dei Comuni, l’atto, su cui è arrivato il parere favorevole anche di Regione Toscana e ANBI, l’associazione nazionale dei consorzi di bonifica.

“Il Consorzio 2 Alto Valdarno, con questa importante scelta, si assume una responsabilità chiara, precisa e diretta verso i cittadini e gli Enti Locali della vallata, in merito al rispetto dei tempi di esecuzione delle manutenzioni ordinarie previste ogni anno dal Piano delle attività di Bonifica e alla corretta esecuzione   degli interventi    in un’area  delicata e fragile dal punto di vista idrogeologico come il Casentino”, commenta la Presidente Serena Stefani che si è spesa con impegno fin dall’insediamento per raggiungere l’obiettivo. “Le professionalità tecniche cresciute all’interno dell’Unione, le loro competenze e la loro approfondita conoscenza del territorio andranno ad arricchire e a potenziare le risorse umane e professionali già disponibili presso il CB2: insieme creeranno una task force altamente specializzata in tutti i comparti della bonifica,  formidabile per  proseguire e  rafforzare l’attività di prevenzione e mitigazione dei fattori di rischio sul reticolo idraulico in gestione”.

Soddisfatto del risultato Giampaolo Tellini, vice presidente dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino con delega alla Bonifica, che commenta:

“Si tratta di un passaggio storico, un’operazione volta a garantire un maggiore controllo del territorio, elemento strategico di fronte al ripetersi di  eventi atmosferici sempre più intensi e frequenti. La situazione dei nostri fiumi è molto delicata e necessita di personale, programmazione, reperibilità e migliorie continue. A mio avviso il Consorzio di Bonifica Alto Valdarno è l’ente più adatto per garantire tutto questo e assicurare il migliore controllo possibile  del rischio idraulico. Un ringraziamento va a tutti coloro che in questi anni hanno lavorato al servizio di bonifica nell’Unione, ottenendo risultati importanti. L’operazione rientra nel piano complessivo di riorganizzazione dell’Ente, attuato con l’adozione delle soluzioni più corrette per tutti, senza mai mettere in discussione i diritti e la professionalità dei dipendenti.  Non c’è stata alcuna forzatura per arrivare al traguardo, che è il risultato di un lungo dialogo e di una volontà comune di migliorare le cose. Un grazie va anche al Consorzio e alla sua Presidente Serena Stefani, ai sindacati per il supporto e la collaborazione e agli uffici tecnici di entrambi gli enti per aver lavorato con impegno per portare a termine il progetto”.

Per assolvere in modo più efficiente e razionale la sua mission “montana”, l’Alto Valdarno organizzerà in Casentino una sede operativa, da utilizzare per il ricovero dei mezzi, come deposito-magazzino e  quartier generale degli operai impegnati nella realizzazione delle manutenzioni programmate nel piano delle attività di bonifica sull’area. Inoltre è prevista  la creazione di uno sportello di front office a cui i cittadini  della vallata potranno rivolgersi per informazioni, segnalazioni, richieste. 

“Si tratta di un’iniziativa che punta ad   ascoltare e a valorizzare ogni zona del comprensorio e a restituire un reale protagonismo a tutti i territori”,  conclude la Presidente Stefani. “In questa direzione va anche la decisione, assunta all’atto di insediamento dell’Assemblea, di individuare un referente di zona per il Casentino e per ognuna delle altre aree che compongono il comprensorio”.

La rivoluzione insomma parte ma potrebbe non fermarsi al Casentino, che diventa una sorta di area “pilota”, in cui testare il processo studiato per concentrare sul CB2 tutte le funzioni della bonifica. Anche montana.

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